San Francesco sarà festa nazionale in Italia: “Ma governo Meloni non rispecchia attenzione a ultimi e forza del dialogo”

Dal 2026
Scuole e uffici pubblici chiusi il 4 ottobre, quando si celebra il Santo Patrono d'Italia. Il voto alla commissione al Senato. Anche una questione politica

Quello dedicato a San Francesco d’Assisi sarà giorno di festa nazionale: a partire dal 2026, il 4 ottobre le scuole e gli uffici pubblici resteranno chiusi. Sarà segnato rosso sul calendario, come il Primo Maggio o la festa della Liberazione, come Santo Stefano o l’Immacolata Concezione. Lo ha deciso la commissione Affari Costituzionali del Senato. San Francesco è anche Santo Patrono d’Italia, la Santa Patrona è Santa Caterina da Siena.
La proposta era stata presentata da Noi Moderati, il partito di Maurizio Lupi, ed era stata approvata dalla Camera la settimana scorsa con 247 voti a favore, due contrari e otto astenuti. Giorno festivo vuol dire oltre alle scuole e agli uffici pubblici che resteranno chiusi, a chi lavora sarà invece conferito il pagamento di un giorno festivo. “Noi Moderati ha fatto sua la proposta del poeta Davide Rondoni, presidente del comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco – aveva spiegato alla Maurizio Lupi – proclamare un giorno di festa nazionale nel suo nome come richiamo alla pace, coesione e alla lezione di fede e spiritualità”.
Saranno infatti 800 anni dalla morte del Santo, nel 2026. Quella del 4 ottobre era stata giornata di solennità civile fino al 1977. Il Parlamento l’aveva proclamata Giornata della Pace, della Fraternità e del Dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse nel 2005.
“Questa decisione diventa occasione per riscoprire la figura del Patrono d’Italia – la dichiarazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana – che ha profondamente segnato il carattere del nostro Paese. Lo è ancora di più in questo tempo, lacerato dalle divisioni, da tensioni internazionali crescenti e da una drammatica escalation di violenza globale. San Francesco, che ebbe tra i suoi principali obiettivi un annuncio di pace, ricorda che è possibile un mondo fraterno, disarmato, dove ciascuno ha il suo spazio, a partire dai più poveri e fragili. La sua vita e il suo operato possono ispirare l’amore politico e quello per il Creato, perché il bene comune prevalga sulle logiche speculative e del più forte, sugli interessi di parte e sulle polarizzazioni. In forza della sua fede, dette avvio a un’esperienza religiosa che, attraverso la sua discendenza, ormai otto volte centenaria, tanto ha contribuito a rendere migliore la storia degli uomini di questa nostra Italia e del mondo intero”.
La proclamazione sembra viaggiare sullo stesso binario della maggiore attenzione nelle nuove linee guida del ministero dell’Istruzione del governo Meloni allo studio della Bibbia e alla storia dell’Occidente. Quello di Francesco era tuttavia un atteggiamento e un insegnamento costantemente rivolto agli ultimi e alla cura dell’ambiente. Jorge Mario Bergoglio, accusato nel suo Pontificato di essere un papa sinistroide, era stato il primo a scegliere il nome di Francesco sul soglio pontificio.
“L’istituzione della festa nazionale di San Francesco il 4 ottobre potrebbe rappresentare un momento importante per il Paese, ma rischia di restare una mera operazione simbolica se non accompagnata da scelte coerenti con i valori francescani – ha fatto notare il dem Gian Antonio Girelli – il linguaggio e l’atteggiamento del governo Meloni non rispecchiano in alcun modo lo spirito di San Francesco, che richiama all’attenzione verso gli ultimi, al dialogo come metodo di superamento dei conflitti e al rispetto per l’ambiente. Valori che, pur radicati nella fede per molti, hanno anche una dimensione civile e costituzionale, patrimonio comune di tutti i cittadini”.
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